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Guerra in Ucraina, le conseguenze sul crowdfunding immobiliare

La guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia stanno avendo conseguenze economiche pesanti per l’Italia e per l’Europa. Ma quali sono le ripercussioni sul mercato immobiliare? Il mattone è ancora un investimento sicuro in uno scenario così incerto? E cosa cambia per il crowdfunding immobiliare? Ne abbiamo parlato con Eugenio Venditti, direttore marketing di Build Lenders.

Quali sono gli scenari a breve a lungo termine che si possono immaginare come conseguenza della guerra russo-ucraina?

Con la fine dell’emergenza sanitaria il mercato aveva cominciato a riprendersi e ancora oggi i numeri sono positivi. A causa dell’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, assistiamo oggi ad un forte aumento dei prezzi dei beni di consumo. Risultato: l’inflazione è salita ufficialmente al 4,5% nel 2021, anche se quella effettiva possiamo stimare sia stata superiore di altri due punti.

E cosa significa per il mercato immobiliare l’aumento dell’inflazione?

È uno stimolo all’acquisto della casa. Mi spiego: dal 2008 al 2020 abbiamo vissuto una situazione lunga circa dieci anni, e senza precedenti, per l’inflazione che è stata praticamente assente. Quando il denaro non perde valore anno dopo anno, c’è meno spinta ad investirlo, magari dovendo correre anche rischi nel farlo. “Non è un problema lasciare la liquidità sul conto corrente”, hanno pensato in molti, perché in banca i risparmi sono al sicuro. Ora invece, con un’inflazione elevata che erode il potere d’acquisto, lasciare i risparmi fermi significa perdere ogni anno una significativa percentuale di potere d’acquisto. L’effetto di tutto questo è che gli italiani sono fortemente orientati ad investire i propri risparmi e il primo investimento a cui pensano è la casa, perché il tipico investimento degli italiani è il mattone.

Quindi le compravendite immobiliari aumenteranno?

Le compravendite sono già aumentate numericamente e, in certe aree, anche in valore: i prezzi in alcune principali città, sono saliti, e probabilmente anche la qualità del venduto. Del resto noi italiani siamo grandi risparmiatori, abbiamo in media più denaro sul conto corrente rispetto a popolazioni di altre nazioni e mi aspetto che parte di questo denaro si riversi sul mercato del real estate. La guerra e le conseguenti sanzioni contro la Russia non fanno che accentuare questo trend.

A causa dell’inflazione, però, ci potrebbe essere un probabile innalzamento dei tassi sui mutui, che potrebbero rallentare il mercato e rendere gli acquirenti più cauti.

Probabile, ma anche un innalzamento dei tassi di interesse sui mutui, non avrà effetti particolarmente negativi, perché resta più forte la necessità di investire per proteggersi dall’inflazione. Saranno tanti coloro che decideranno di mettere al riparo i propri risparmi in un investimento che da sempre per gli italiani è considerato sicuro, ovvero quello della casa. Quand’anche queste persone si troveranno a stipulare mutui con un costo di un punto percentuale in più, per quanto questa differenza non sia indifferente, preferiranno comunque accedere ai mutui ed investire nella casa per non soffrire la perdita del 7% all’anno del potere d’acquisto dei propri risparmi se li lasciassero invece in conto corrente.

Quale sarebbe invece lo scenario peggiore?

Nella peggiore delle ipotesi, se il conflitto in corso fra Russia ed Ucraina dovesse durare a lungo oppure inasprirsi, potremmo assistere ad un ripiegamento delle propensioni di investimento degli italiani perché quando la paura prevale e quando la situazione politica ed economica diventa pericolosamente incerta, la reazione di paura incontrollata porta a privilegiare la liquidità, visto che non capisce verso quali possibili scenari (e costi) si possa andare. Ma è uno scenario che, per ora, resta ben lontano.

Le sanzioni alla Russia colpiscono la capacità di spesa dei russi più ricchi, che già oggi non possono più effettuare acquisti e in certi casi neppure accedere ai propri beni immobili sparsi per il mondo. In che modo tutto questo si ripercuoterà sul mercato?

Stiamo parlando di una nicchia marginale per le sorti dell’intero settore. Gli oligarchi muovono cifre considerevoli per una singola proprietà (parliamo di grandezze nell’ordine di milioni), ma numericamente non influiscono praticamente nulla sul totale giro d’affari delle compravendite.

Quali i riflessi della guerra in Ucraina sul crowdfunding immobiliare e su Build Lenders in particolare?

Come nel caso del mercato immobiliare in generale, anche per il crowdfunding valgono le stesse considerazioni: inflazione alta significa spinta ad investire sul mattone. Ma con un vantaggio in più, perché con il real estate crowdfunding basta poco capitale per entrare nel mercato, e infatti la media delle cifre investite è tale da coinvolgere anche chi abbia disponibilità in conto piuttosto contenute (magari inferiori ai 5 mila euro).

Inoltre il crowdfunding immobiliare, è un tipo di investimento che ha un ritorno rapido, anche di soli sei mesi, o di un anno, con interessi che arrivano anche al 12% annuo. Per quanto ci riguarda, negli ultimi mesi, sono aumentate le richieste di investimento e, al di là della nostra attività di comunicazione, ci sono state anche cause macro esterne, come quelle che abbiamo citato sopra. Il crowdfunding immobiliare consente, meglio di altri strumenti, di intercettare i risparmi (anche somme limitate) in cerca di protezione dall’inflazione

Come riuscite a garantire tassi di interesse che arrivano al 12% sul capitale investito?

I tassi di interesse di Build Lenders sono spesso stati del 10%, poi sono saliti al’11% ed anche al 12% annuo. Sono possibili perché abbiamo diverse alternative di progetti e, dopo aver selezionato accuratamente quelli su cui investire, a quel punto ci rimangono comunque più alternative e riusciamo a concordare condizioni di alto favore per gli investitori. Del resto, per un costruttore che abbia un Roi almeno del 30% sull’intera operazione, riconoscere 12% sulla sola quota che venga finanziata dagli investitori, è ben sostenibile. A fronte di questa disponibilità a remunerare con un paio di punti in più, noi in Build Lenders, manteniamo invariata la nostra percentuale di guadagno e riversiamo quei due punti a totale vantaggio degli investitori.

È tempo di investire: per saperne di più basta registrarsi su buildlenders.it.

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